Il progetto “Integrazione per il futuro – Strada Facendo verso l’autonomia di minori e giovani stranieri che arrivano in Italia soli” si pone in continuità con il progetto nazionale “Strada facendo” (promosso nell’ambito della prima edizione del bando “Never Alone”), sviluppandosi a partire dalla necessità di trovare nuove risposte alle principali criticità inerenti il sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, quali l’accompagnamento all’autonomia lavorativa, l’accesso ad una formazione professionale di qualità e diversificata, l’inclusione socio-culturale, la tutela del diritto alla casa.
Per questo, il nucleo del progetto ruota attorno alla parola futuro: quello di breve/medio periodo su cui lavorare nella costruzione di percorsi di integrazione individuali per i giovani stranieri in uscita dalla comunità di accoglienza; quello di medio/lungo periodo, come orizzonte temporale comune a cui tendere, anche attraverso la promozione di comunità resilienti e inclusive, in cui ciascun individuo sia capace di giocare la propria parte, in una logica di responsabilità condivisa.
Grazie ad un approccio inclusivo, integrato e compartecipato, in forte contrapposizione all’approccio decisionale top-down che i minori spesso vivono in numerose situazioni, il modello di coinvolgimento proposto dal progetto pone le scelte e le attitudini del beneficiario al centro della costruzione del suo percorso individuale e rappresenta un concreto supporto per il singolo minore o neomaggiorenne.
In primo luogo, il progetto prevede la selezione dei beneficiari tramite un bando rivolto a tutti i giovani stranieri soli accolti presso le strutture di Siracusa, Catania, Messina, Firenze e Milano, a seguito della quale sono definiti i percorsi individuali di ciascun beneficiario, in base anche al bilancio di competenze realizzato.
In continuità con quanto già sperimentato nell’ambito del progetto “Strada Facendo”, tutti i beneficiari selezionati nei 5 territori coinvolti partecipano ad un percorso di formazione su diritti e doveri nel mondo del lavoro in Italia e sulle competenze trasversali.
Nell’ambito dei percorsi individuali definiti per ciascun beneficiario, si prevede inoltre la possibilità di attivare corsi di formazione linguistica specialistica propedeutica alla formazione-lavoro.
Riconoscendo quale attività chiave del percorso verso l’autonomia, l’acquisizione di conoscenze professionali e tecniche che permettano al giovane l’ingresso nel mondo del lavoro, il progetto prevede l’organizzazione di pacchetti formativi studiati ad hoc nei singoli territori, a partire dalle esigenze/caratteristiche del mercato locale, in una prospettiva di complementarietà rispetto agli strumenti di politiche attive del lavoro presenti a livello regionale rivolti anche a questa tipologia di beneficiari.
Parallelamente al percorso formativo, il progetto promuove attività di tirocinio extra-curricolare, che permettano ai beneficiari di avvicinarsi al mondo del lavoro in Italia, arricchendo il proprio bagaglio di competenze e il proprio CV.
Inoltre, il progetto si sviluppa attraverso la sperimentazione di percorsi modulari di sostegno all’alloggio per accompagnare lo “sgancio” dei neomaggiorenni dalle strutture di accoglienza, grazie al confronto tra i diversi attori coinvolti (beneficiari, inquilini, proprietari e agenzie immobiliari). Consapevoli che le problematiche legate all’accesso agli alloggi da parte di neomaggiorenni in uscita dalle comunità sono anche legate al pregiudizio e alla preoccupazione derivante dalle differenze culturali che impattano sulla convivenza tra inquilini, il progetto pone la conoscenza al centro del superamento di queste problematiche. Conoscenza intesa sia come approfondimento da parte dei beneficiari delle regole del vivere in contesti di coabitazione e di condominio, che di incontro diretto e personalizzazione di tutti gli attori coinvolti.
Infine, oltre alla realizzazione di percorsi laboratoriali sul tema dell’affettività e gestione delle emozioni, nonché alla realizzazione di laboratori culturali e di approfondimento della conoscenza dei territori di accoglienza, il progetto prevede alcune azioni sperimentali legate alla figura del tutore sociale per i neomaggiorenni; figura quest’ultima che si inserisce nel disegno di engagement della società civile nei confronti dei minori, così come tracciato dalla Legge 47/2017. La tutela sociale può, infatti, costituire da un lato la prosecuzione strutturata dell’esperienza di tutela legale volontaria e dall’altra una forma di supporto più adatta e rivolta a tutti quei cittadini che non accedono alla tutela legale volontaria per motivi di dislocazione geografica, lavorativi o familiari.