In occasione della presentazione del XXIII Rapporto ISMU sulle migrazioni 2107, Fondazione Cariplo ha premiato Roberta Lo Bianco, una delle prime persone in Italia a prendersi la responsabilità di diventare tutore volontario di minori stranieri non accompagnati. A Palermo, Roberta è anche uno dei volti di Cesie, partner di CIAI nell’ambito del progetto Ragazzi Harraga.
Presentato oggi (martedì 5 dicembre 2017) a Milano, presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, il XXIII Rapporto ISMU sulle migrazioni 2107: dati e analisi per studiare la trasformazione della società ed elaborare e diffondere una corretta cultura delle migrazioni.
Tra i temi affrontati durante i lavori anche quello relativo ai minori stranieri non accompagnati. I dati evidenziano un aumento nel triennio 2014-2017: al 31 dicembre del 2015 erano presenti 12mila minori non accompagnati, ma al 31 ottobre di quest’anno si contavano 18.479 giovani ospitati presso famiglie e strutture di accoglienza su tutto il territorio nazionale, di cui il 43,5% nella sola Sicilia, principale regione di sbarco. Di questi 17.210 sono maschi (93,1%) e 1.269 femmine (6,9%). Il 93% ha un’età compresa tra i 15 e i 17 anni, mentre solo lo 0,6% ha un’età compresa tra gli 0-6 anni.
Connessi al tema dei minori soli, i premi ISMU 2017. Due riconoscimenti, in collaborazione con Fondazione Bracco, hanno premiato la Cooperativa Nazareth di Cremona e la Fondazione ASVI (progetto “Cucinare per Ricominciare”). Un terzo è stato assegnato da Fondazione Cariplo a Roberta Lo Bianco.
34 anni, palermitana, Roberta Lo Bianco è stata una delle prime persone in Italia a essere nominata, a giugno, tutore volontario di minori stranieri non accompagnati, una figura introdotta dalle Legge n. 47 del 7 aprile 2017.
«Dopo la formazione e la nomina – ha spiegato Roberta – ho seguito tre adolescenti: un diciassettenne originario della Nigeria e un quindicenne della Guinea Conakry che vivono in una comunità di accoglienza a Palermo, oltre che un ragazzo di 17 anni del Gambia che nel frattempo è stato preso in affido da una famiglia».
Essere tutore non implica la presa in carico domiciliare né quella economica: il tutore volontario svolge compiti di rappresentanza legale, persegue il riconoscimento dei diritti del minore, promuove il suo benessere psico-fisico, lo sostiene e lo consiglia nel suo percorso di integrazione ed educazione, tenendo conto delle sue capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni. Una figura importante di riferimento che garantisce a un minore non accompagnato i suoi diritti legali, civili e umani.
In questi mesi Roberta si è presa la responsabilità di assistere i ragazzi nelle pratiche burocratiche e legali che riguardano sia il soggiorno in Italia, sia la formazione scolastica, indirizzandoli verso opportunità formative, sportive e di socializzazione.
«Ognuno dei tre ragazzi che seguo ha una personalità ben definita: il piccolo è più aperto, i grandi più riservati. Ogni relazione è unica, ma con tutti ho un rapporto molto stretto: ci sentiamo quasi ogni giorno al telefono, ci vediamo a casa mia ogni domenica per pranzare tutti insieme, insieme alla famiglia e agli amici, e quando hanno un problema si rivolgono a me per chiedere un consiglio. Per questi ragazzi avere una persona di riferimento fa la differenza e per noi tutori è un grande arricchimento, di affettività e di nuovi spunti di riflessione. Due aspetti che toccano me in particolare, ma anche la mia famiglia: ho una bambina di cinque anni e mi piace pensare che stia crescendo in una dimensione di multiculturalità».
A Palermo, Roberta è anche uno dei tanti volti di Cesie: la realtà, che si occupa anche di inclusione sociale, è partner di CIAI nel progetto Ragazzi Harraga, sostenuto nell’ambito del Bando nazionale Never Alone 2016.
«Roberta Lo Bianco viene premiata perché è stata tra le prime persone in Italia a prendersi la responsabilità di diventare tutore di minori stranieri non accompagnati – ha spiegato Maria Cristina Negro (Fondazione Cariplo) –: una scelta coraggiosa, che le fa onore e che si spera venga condivisa da tanti altri italiani. Il riconoscimento è un viaggio di tre giorni a Berlino in visita ad alcune organizzazioni che da anni lavorano sul tema dei minori stranieri non accompagnati e con i tutori volontari. Speriamo che il premio che oggi riceve possa aiutarla in questo ambizioso percorso».
XXIII Rapporto sulle migrazioni 2017: i dati della Fondazione Ismu
Per saperne di più: www.ismu.org