Pieni e Vuoti: un’opera per superare i confini

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“Pieni e Vuoti”: è il titolo dell’opera che verrà presentata venerdì 16 marzo a Roma. La sintesi di un lavoro realizzato dalla Consulta dei Ragazzi nell’ambito del progetto “Together”: la visione del mondo di un gruppo di ragazzi che ha scelto il linguaggio artistico come mezzo per creare un punto di incontro e «superare i confini». 

 

Inaugura venerdì 16 marzo, a Roma, presso il Centro CivicoZero di Via dei Bruzi 10, Pieni e Vuoti, l’opera itinerante realizzata dalla Consulta dei Ragazzi romana nell’ambito del progetto Together.

 

Pieni e vuoti è la sintesi di un lavoro portato avanti da un gruppo di ragazzi provenienti da tre differenti realtà, riuniti con l’intento di conoscersi, condividere idee e discuterne. Nell’ambito del progetto firmato Save the Children, la Consulta dei Ragazzi promuove iniziative di cittadinanza attiva per favorire lo scambio tra minori migranti e ragazzi della comunità ospitante.

 

La Consulta romana vede la partecipazione dei ragazzi di Sottosopra – Movimento giovani per Save the Children, una rete di ragazze e ragazzi che mira alla promozione dei diritti dei più giovani mediante un costante dialogo con i propri coetanei e con le istituzioni. Tra i protagonisti, ci sono anche i ragazzi del Centro CivicoZero di Roma, una struttura “a bassa soglia” in cui i minori e neo-maggiorenni stranieri hanno accesso a laboratori, servizi di base e orientamento sui propri diritti, capacità e opportunità. Prende parte al percorso anche UndeRadio, la webradio under18 che mette al centro della propria programmazione i temi dell’inter(g)azione e del contrasto alla discriminazione.

 

«Ci siamo ritrovati con una nuova idea – spiegano i ragazzi che hanno preso parte al percorso –: creare un punto di incontro e di connessione tra realtà molto diverse attraverso l’arte. Abbiamo scelto il linguaggio artistico come mezzo per superare un confine – psicologico e/o fisico – determinato dalla lingua e dalle tradizioni culturali. L’opera che presenteremo venerdì 16 marzo ci ha permesso di dare vita alle nostre visioni del mondo».

 

Pieni e vuoti | Connessioni – Confini – Nuove tecnologie

 

Tra “pieni e vuoti”, l’opera interpreta il pensiero del filosofo e sociologo francese Edgar Morin a proposito della comunità di destino. Afferma Morin: «Dopo le varie decolonizzazioni del ‘900, e dopo l’implosione dell’Unione Sovietica, nel 1990 è cominciata la globalizzazione, che ha insediato un unico mercato mondiale sotto la legge del liberalismo economico e, nello stesso tempo, ha generato una rete di comunicazioni estremamente ramificata. Gli sviluppi scientifici, tecnici, economici producono un divenire planetario comune per tutti gli esseri umani. Si può dire che il pianeta è diventato una nave spaziale che viaggia grazie alla propulsione di quattro motori scatenati: scienza, tecnica, industria, profitto. E nello stesso tempo la minaccia nucleare e la minaccia ecologica che grava sulla biosfera impongono all’umanità una comunità di destino. Così è diventata vitale la consapevolezza di questo destino planetario che stiamo vivendo».

 

Ciò significa – come scrive a proposito il giurista internazionale Fabio Marcelli sul blog del Fatto quotidiano  – che «ogni problematica da noi o da altri vissuta va quindi ricollocata in questa cornice planetaria. Si tratta di una scelta metodologica oggi più che mai indispensabile per effetto dei processi di globalizzazione che hanno intensificato i flussi di ogni tipo fra le varie parti del pianeta accentuando anche i nessi fra i fenomeni, indipendentemente dal luogo della loro produzione originaria».

 

L’idea ha iniziato a prendere forma già nel corso dei primi incontri programmati dal gruppo a Roma, tra la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, il Palazzo delle Esposizioni e le Terme di Diocleziano.

 

«Le connessioni, il confronto e lo scontro sono l’elemento base della nostra storia – spiegano i ragazzi presentando l’opera –. Fatti e principi che, nella nostra epoca e attraverso le nuove tecnologie, sono maggiormente amplificati. Apparteniamo a una generazione fortemente immersa in questa onda dilatata e abbiamo sentito la necessità di distanziarcene per osservarla nella sua complessità».

 

Dall’opera – che verrà inaugurata a Roma, ma nei prossimi mesi diventerà itinerante e toccherà altre città d’Italia – irrompono dieci fili: scivolando a terra, intrecciandosi in un groviglio di altri fili di scarto, nascondono al loro interno la voce del mondo. «Ma per sentirli tutti non basterebbe la nostra vita e così siamo costretti a scegliere – continuano i ragazzi –. Le possibilità che l’osservatore di trova davanti sono dieci: nove sono definite, l’ultima rappresenta il qui e l’ora, l’attimo che cerchiamo di raccogliere, fermare, fissare nella nostra mente».

 

Pieni e Vuoti | 16 marzo 2018, ore 16.00 – Centro CivicoZero (Via dei Bruzi, 10 – Roma)l’invito all’inaugurazione dell’opera

Pieni e Vuoti | Per saperne di più: la scheda di presentazione dell’opera, la scheda di presentazione delle realtà che partecipano al percorso

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