La scelta civica dei tutori volontari

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Si è concluso il 18 gennaio, a Perugia, il corso di formazione per tutori volontari di minori stranieri soli promosso nell’ambito del progetto “Mai più soli”: ciò che accomuna gli aspiranti tutori è la volontà di compiere un gesto dal forte valore civico, in grado di dare un segnale positivo in un momento di forte ostilità nei confronti degli immigrati.

 

Quando Alì è arrivato in Italia aveva 15 anni, una brutta ferita e non parlava. A bordo del peschereccio naufragato nel Canale di Sicilia il 18 aprile 2015 c’era anche suo fratello, ma il viaggio per lui è finito troppo presto. Alì ha passato sei mesi nella comunità alloggio CASA MIA, poi è stato trasferito in un progetto di seconda accoglienza poco adatto a un adolescente. Voleva uscire, essere indipendente ed iniziare una nuova vita, così ha finto di essere maggiorenne. Oggi Alì vive da solo e lavora, ma la sua storia è un’eccezione. Per ogni ragazzo che ce la fa, molti si perdono. Dal barcone ad una vita indipendente la strada può essere molto lunga: un tutore volontario, una famiglia di riferimento o una guida nel percorso verso l’autonomia possono fare la differenza.

 

Cidis Onlus e la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Umbria hanno realizzato a Perugia il corso di formazione per tutori volontari di minori stranieri che arrivano in Italia soli. Il percorso fa parte di Mai più soli, uno degli otto progetti sostenuti nell’ambito del  Bando nazionale Never Alone 2016 che cerca di garantire ai più giovani un futuro in Italia.

 

«Il motivo principale che mi ha spinta a prendere parte al corso è la sensazione che “tiri una brutta aria”: c’è un modo di vedere le cose molto negativo – spiega Alfonsa Valentini, che il 18 gennaio ha concluso la formazione a Perugia –. Credo che questo percorso possa essere uno strumento per approfondire e conoscere meglio la situazione, in particolare quella in cui vivono i minori non accompagnati. Ho deciso di mettermi in gioco: voglio vedere, seguire, essere un po’ più competente sull’argomento. Anche se non tutti possiamo fare da tutori, tutti abbiamo il dovere di sapere di più: questo è il primo passo».

 

Nel capoluogo umbro, presso il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università degli Studi di Perugia, erano 53 gli aspirati tutori. Hanno preso parte a 30 ore di formazione tenute da esperti con diversi profili, che hanno approfondito il tema dei diritti, doveri e responsabilità civili del tutore, dell’approccio interculturale e dell’identificazione dei bisogni del minore. Con l’intento di preparare i tutori ad affrontare al meglio la propria funzione e costruire una solida relazione con i ragazzi.

 

Il tutore è una figura di riferimento, una persona che rappresenta legalmente i ragazzi e le ragazze arrivati senza genitori e che li aiuta a comprendere la società di accoglienza. Il tutore è soprattutto una figura attenta alla relazione umana con il minore, ai suoi bisogni e problemi.

 

 

I motivi per intraprendere questa strada sono molti e tutti differenti, ma spesso ciò che accomuna gli aspiranti tutori è la volontà di compiere un gesto dal forte valore civico, in grado di dare un segnale positivo in un momento di forte ostilità nei confronti degli immigrati. «Per me si è trattato di un richiamo dal punto di vista sociale – racconta Marco Geremia, anche lui in formazione a Perugia –. L’attacco sferrato nei confronti dei migranti mi ha molto colpito. Sono un avvocato: credo nel mio lavoro e nella tutela dei diritti delle minoranze, un ambito che sto imparando a conoscere, al quale vorrei dedicarmi professionalmente. Voglio conoscere meglio la legge 47 (LEGGE 7 aprile 2017, n. 47, Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati, ndr) e questo percorso era un’occasione molto importante».

 

Il percorso proposto dal progetto Mai più soli continua: i tutori verranno affidati ai minori di recente arrivo. Inoltre, un altro corso di formazione è partito da pochi giorni in Calabria, a Corigliano Calabro, una delle terre di sbarco dei ragazzi; anche Caserta si appresta a ospitare gli aspiranti tutori con un ciclo di formazione in partenza ai primi di marzo.

 

Per saperne di più: cidisonlus.org agiallorenzi@cidisonlus.org