Nel cuore della città di Cagliari, la Cooperativa Aman sta costruendo un’importante infrastruttura di dialogo e scambio. Non si tratta di ponti o strade nel senso tradizionale, ma di connessioni emotive, culturali e psicologiche che sono altrettanto vitali per le comunità che attraversano. Tra gennaio e febbraio del 2022, grazie al Progetto VITAMINA la Cooperativa Aman ha condotto una serie di Gruppi di Parola, sperimentando questa metodologia tra giovani di diverse nazionalità, sia italiani che stranieri, minori e neomaggiorenni. Questi incontri non sono stati solo eventi sociali, ma sessioni progettate per migliorare la capacità di relazione tra pari e con il contesto di vita di riferimento.
Erminia Cocco, della Cooperativa Aman, ci offre un assaggio di queste sessioni: “Attraverso la metodologia dei gruppi di parola è stato possibile migliorare la capacità di relazione tra pari, offrire spazi di riflessione, scambi di esperienze e socializzazione tra coetanei. Gli incontri si sono incentrati su diverse tematiche ma quella sulla famiglia è stata la più intensa e coinvolgente da affrontare soprattutto per i ragazzə starnierə, che al pensiero della famiglia d’origine lasciata a casa, e dell’incertezza su quando poterla riabbracciare ha turbato visibilmente i partecipanti. Una differenza importante con i minori italianə, che hanno la famiglia presente e vicina su cui poter contare, spesso data per scontata.”
Questo innovativo dispositivo di intervento, è stato supportato dal contributo organizzativo del Consorzio La Rada e supervisionato dagli esperti del Centro Studi Sagara e Associazione Frantz Fanon nell’ambito di Vitamina.
La prospettiva metodologica dei Gruppi di Parola consente agli operatori e ai minori di confrontarsi con un nuovo lessico emotivo. Promuove forme di supporto tra pari e tra persone che difficilmente avrebbero potuto incontrarsi e confrontarsi. Offre la possibilità di recuperare l’autorialità narrativa circa i tragitti esperienziali dei giovani migranti, mettendo in luce skills e competenze di gestione dell’incertezza, innescando così forme di protagonismo e di socializzazione alternative.
La cooperativa Aman, così come gli altri enti selezionati durante il progetto Vitamina (e che abbiamo raccontato anche qui: https://minoristranieri-neveralone.it/news/una-scintillante-confusione/) e come tanti che hanno scaricato e usato il toolkit dei gruppi di parola, avrà uno strumento in più per continuare la sua quotidiana attività di interconnessione del tessuto sociale.
Ma è un viaggio che non finisce qui. Grazie al progetto COSTELLAZIONI è partito un nuovo ciclo di sperimentazione dei Gruppi di Parola che coinvolge Oxfam, Casa Nazareth e CESIE. A coordinare e supervisionare le attività il Consorzio La Rada e il Centro Studi Sagara.
COSTELLAZIONI, promosso da Never Alone con l’obiettivo di favorire lo scambio di prassi interessanti e il consolidarsi di una comunità di pratiche, consentirà di affinare la metodologia e continuare il percorso di diffusione capillare su tutto il territorio nazionale, i tre enti coinvolti si trovano infatti in tre diverse regioni italiane: Toscana, Lombardia e Sicilia.
Il potere dei Gruppi di Parola risiede nella loro capacità di creare un ambiente in cui i partecipanti possono confrontarsi su temi emotivamente carichi, in un contesto di ascolto non giudicante. Questo crea un terreno fertile per lo sviluppo di empatia, comprensione e, in ultima analisi, accendere delle modalità di relazione alla base dell’integrazione.
La differenza che questi incontri possono fare è profonda e duratura. Per i giovani migranti, può significare la differenza tra sentirsi isolati e sperduti in una nuova nazione, e trovare un senso di appartenenza e comunità.
Il valore deiGruppi di Parola è confermato dalle parole di Erminia Cocco che continua: “Gli elementi caratterizzanti i Gruppi di Parola, quali la circolarità delle narrazioni e l’ascolto “non giudicante” tra i partecipanti, promuovono forme di supporto tra pari e tra persone apparentemente distanti che difficilmente avrebbero potuto incontrarsi e confrontarsi.”
In un momento storico in cui le divisioni sembrano essere all’ordine del giorno, l’ascolto e la condivisione delle storie possono essere gli strumenti più potenti per cambiare scenario.
L’integrazione non è un viaggio che si fa da soli, ma un percorso condiviso che richiede l’impegno di tutta la comunità. Continuiamo a fare la nostra parte per costruire una società più accogliente e inclusiva