Diario di una Quarantena

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Quando ho cominciato a lavorare come insegnante di italiano per stranieri presso la Cooperativa sociale “Dedalus” di Napoli, sapevo che si trattasse di un lavoro nel settore sociale molto impegnativo, di responsabilità e che richiedesse doti quali l’empatia, la capacità di ascolto, l’altruismo, la flessibilità e soprattutto la capacità di affrontare con equilibrio i momenti di emergenza. “Tu non dovrai essere solo un insegnante” mi dicevano, “sarai un’operatrice, un’educatrice e tanto altro…“. Da allora, mi sono rimboccata le maniche e dal primo giorno che sono entrata al Centro Nanà, sede dell’Area Minori Stranieri Non Accompagnati della “Dedalus”, mi sono buttata a capofitto in questo “pluriverso” di colori, di lingue e di emozioni.

 

Tanti sono stati gli incontri, le storie, le vite che si sono incrociate con la mia e ugualmente tante sono state le situazioni in cui bisognava affrontare la famosa “emergenza” e a quel punto i libri e le cose studiate a scuola facevano spazio alle famose “doti” di cui parlavo prima. Quelle, o ce le hai o è difficile comprarle al mercato a Piazza Garibaldi dove normalmente puoi trovare quasi tutto! Poi, nel marzo di questo anno è arrivata la vera EMERGENZA. A questo punto, tutte le altre emergenze che ho affrontato precedentemente con i ragazzi, si sono azzerate in confronto a questa. Ho fatto lezione in aula con circa 17 ragazzi per corso fino ai primi giorni di marzo, dopodiché, la situazione cominciava a diventare preoccupante, fino a quando, l’8 marzo, abbiamo avuto tutti l’obbligo di stare a casa.

 

Ogni anno, frequentano i miei corsi di italiano circa un centinaio di ragazzi, tra questi vi sono: minori stranieri non accompagnati, neo maggiorenni e giovani stranieri fino ai 30 anni circa. Tutti conseguono la certificazione linguistica di italiano livello A2 e circa la metà di loro consegue in più anche l’esame di terza media a fine anno scolastico. L’arrivo del COVID-19 e la reclusione a casa, per un attimo mi hanno fatto temere il peggio per tutti i ragazzi iscritti a scuola con mille aspettative sulla loro istruzione e sugli attestati e diplomi che per loro sono un traguardo importantissimo.

 

Ma dopo i primissimi momenti di panico, ho pensato alle famosi “doti” per affrontare, questa volta, una SIGNORA EMERGENZA. La prima persona che mi è venuta in mente (non ci credereste mai) è stato il maestro Alberto Manzi, super citatissimo da me nelle mie lezioni di italiano ma anche in quelle di formazione per adulti italiani. Il maestro Manzi, negli anni ’60, non ha avuto paura del dopo guerra e soprattutto dell’analfabetismo che aveva portato con sé; fece sfoggio delle sue doti e si inventò la trasmissione televisiva “Non è mai troppo tardi”, corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta attraverso il nostro primo “device” chiamato televisore.

 

Cosi, il primo giorno a casa, sono scesa con mascherina e guanti per comprare una lavagnetta bianca e un pennarello nero. Sono subito rientrata, ho preso il mio cellulare e ho cominciato a fare lezione davanti a un video come se davanti a me ci stessero Ayoub (Marocco), Fidelle (Nigeria), Yan (Gambia), Shagor (Bangladesh) e così via. È stata la mia prima lezione di italiano e geografia a distanza (visibile cliccando qui) . Poco dopo, era già sul web e aveva già raggiunto gran parte dei ragazzi dei miei corsi di italiano.

 

Tantissimi sono stati i commenti, i messaggi, le video chiamate dei ragazzi super entusiasti di avermi vista in video citare i loro nomi come se fosse una lezione normale a scuola e soprattutto rincuorati dal fatto che si potesse andare avanti con lo studio. Ho capito così che poteva funzionare e oggi sono arrivata alla mia ottava video lezione; i ragazzi mi mandano gli esercizi svolti in foto e stiamo continuando a studiare in questo modo.

 

Avrei potuto creare una piattaforma didattica per loro, come fanno le scuole pubbliche e private ma i loro strumenti tecnologici molto spesso non sono adeguati per una “didattica a distanza” di questo tipo. I cellulari hanno schermi rotti, pochi giga, poco spazio in memoria per sostenere le app, i soldi per la ricarica molto spesso mancano, il wifi a casa non c’è, dunque, la video lezione pubblica ho pensato fosse la soluzione migliore. Con mia grande sorpresa, le lezioni sul web hanno raggiunto anche ex alunni stranieri che, mi hanno contattato dopo anni contenti di poter continuare a seguire da lontano le mie lezioni.

 

Queste modalità hanno decisamente accorciato le distanze e, in più, i ragazzi sono motivati e decisi a raggiungere il loro obiettivo a fine anno scolastico. Il materiale didattico fa passare più in fretta le loro giornate in quarantena e il loro mood è decisamente più tranquillo nonostante la gran parte di loro mi dica spesso che gli manca la scuola, i loro compagni e noi della Dedalus. Quando leggo o sento queste loro parole al telefono, mi rendo conto anche io di quanto sia importante andare a scuola e stare insieme per loro, ma, soprattutto in questo periodo, mi sono resa conto di quanto sia importante anche per me. Devo dire che questa quarantena ci sta privando di tante cose importanti per la nostra esistenza ma per fortuna niente e nessuno potrà privarci delle nostre emozioni, dei nostri legami e del nostro pluriverso colorato.

 

Margherita Torello