Oggi condividiamo la bellissima testimonianza di Marina del progetto Regenerations che racconta quanto sia importante la figura del mentore anche in questa situazione di emergenza.
“Quando ho scelto di essere mentore, o ancor prima tutrice volontaria di un ragazzo straniero che si trova in Italia senza la sua famiglia, ho pensato al bisogno che abbiamo tutti di avere almeno una persona a cui far riferimento, una persona disponibile ad ascoltarci, a darci un consiglio, a pensarci con affetto.
In questo difficile e inedito momento di lockdown, in cui le interazioni dirette si sono interrotte, l’invio di semplici messaggi o lo scambio di telefonate ogni due o tre giorni ci ha permesso, nonostante i limiti, di continuare a dirci che ci siamo, che ci pensiamo. Abbiamo condiviso come ci sentiamo, cosa stiamo facendo, i problemi che incontriamo, le ansie, i progetti e le aspettative per il prossimo futuro.
Anche le semplici informazioni sulle nuove norme, sui servizi e le opportunità fornite da istituzioni o da associazioni del volontariato per far fronte alle difficoltà della quarantena hanno costituito un supporto, come i suggerimenti per compilare domande per i buoni spesa (al di là degli esiti…) o altre incombenze burocratiche.
Non ultimo, questo frequente contatto permette e stimola i ragazzi a continuare ad esprimersi in italiano, consolidando così le loro competenze linguistiche.
In un modo o nell’altro continuiamo ad esserci, sperando, finita l’emergenza e il confinamento, di poter dare un contributo più concreto ai bisogni fondamentali dei ragazzi: lavoro, alloggio, documenti e incoraggiamento per le loro scelte.”
Marina Picasso
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