Cohousing e autonomia: l’accompagnamento verso una vita normale

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“Io vorrei avere una casa e cominciare la mia vita qui, ma ho paura di come sarà senza la comunità” (Ibrahim, 17 anni)

 

“Qui in Italia per noi africani è difficile trovare casa, le persone non vogliono affittare agli immigrati” (Mohammed, 18 anni).

 

Da queste frasi raccolte durante le attività portate avanti dal CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati in Sicilia con minori stranieri non accompagnati e giovani adulti si è partiti per costruire a Catania i percorsi di orientamento all’abitare e l’attività di cohousing nell’ambito del progetto Xing – Crossing: Percorsi di inserimento per giovani migranti, co-finanziato dell’iniziativa Never Alone 2018, per un domani possibile e di cui Programma integra è capofila.

 

Durante i primi mesi di realizzazione delle attività progettuali il CIR ha iniziato a cercare le soluzioni abitative maggiormente adatte ai giovani migranti coinvolti. Nella maggior parte dei casi ci si è trovati di fronte a proprietari di casa poco inclini ad affittare a ragazzi stranieri, ma dopo vari tentativi è arrivata la prima risposta positiva da parte di un locatore, infatti, ad agosto dello scorso anno sono stati inseriti nel progetto: S. appena rientrato dall’estero, dormiva in un dormitorio dove era stato vittima di alcuni scherzi da parte degli altri ospiti e L. che invece doveva lasciare la casa in cui viveva con un paio di amici, senza avere un contratto.

 

Era l’occasione per far incontrare domanda e offerta, l’esigenza dei ragazzi con la disponibilità del proprietario di casa ad affittare a chiunque, dovrebbe essere la normalità, ma purtroppo non è sempre così.

 

A ridosso di ferragosto, per evitare che i ragazzi si trovassero in difficoltà in un periodo di vacanza in cui avrebbero potuto scontrarsi con il solito “se ne parla a settembre”, il CIR ha svolto i primi due colloqui con i ragazzi, uno conoscitivo e per comprendere quali fossero le risorse a disposizione di ciascuno e il secondo di visita in casa.

 

L’esperienza di cohousing di L. e S. viene monitorata dal CIR con incontri mensili allo scopo di verificare i rapporti tra i coinquilini, con il proprietario di casa e il regime di autonomia. I ragazzi si sono ambientati molto velocemente, e per quanto riguarda l’autonomia, migliorano di mese in mese, dalla gestione dei soldi guadagnati, alle bollette, alle regole per evitare lo spreco.

 

Uno dei ragazzi, beneficiari del progetto, ha già convertito il suo permesso di soggiorno grazie al suo lavoro e al contratto di casa ottenuto grazie a Xing – Crossing.

 

È una storia ordinaria questa, ma spesso sono proprio le cose più normali che vengono negate ai giovani migranti da sentimenti dilaganti di paura e razzismo, un padrone di casa che decide di affittare a tutti, qualcuno che ti accompagna verso l’autonomia spiegandoti che basta fare una doccia più breve o una lavatrice nei giorni giusti per risparmiare, diventa una storia da raccontare.

 

È questo lo scopo delle attività del progetto, dare la possibilità a questi ragazzi di una vita normale che gli permetta di trovare il loro posto in una società che spesso li ostacola, ma alla quale possono dare tanto.